Digital Transformation Day: Domande & Risposte su Google AdWords

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Anche se può sembrare una frase fatta, nel mondo del web marketing è fondamentale aggiornarsi e confrontarsi continuamente: rimanere indietro è davvero un attimo, e recuperare diventa troppo faticoso.

Il DTD (Digital Transformation Day), organizzato da SemRush, irrompe quest’anno sulla scena come una vera e propria novità nel campo della formazione web: si tratta di una serie di conferenze in cui decine di professionisti nazionali e internazionali portano la loro esperienza su PPC, Analytics, SEO e Social Media Marketing.

I nomi in campo sono molto grossi e lavorano per i più grandi colossi mondiali di settore: Google, Linkedin, IBM, solo per citarne alcuni.

La particolarità dell’evento è rappresentata da veri e propri spazi dedicati al confronto fra i relatori. Oltre quindi alle classiche case history con tanto di slide, ci saranno dei dibattiti dai quali trarre davvero vantaggio per la propria formazione o il proprio business.

Con grande piacere sono stato invitato in qualità di moderatore nell’area riservata al PPC, avrò quindi l’onore e l’onere di far sviluppare il confronto nella giusta direzione.

Come “training preliminare” ho risposto ad alcune domande su Google AdWords in cui ho cercato di esprimere la mia visione e i miei punti di vista su alcuni aspetti dello strumento.
Trovate tutto qui in basso…buona lettura!

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Quali sono le principali cause del fallimento di strategia PPC?

Faccio un rapido elenco di quali sono, secondo la mia esperienza, le cause principali del fallimento delle campagne Adwords:

  • Monitoraggio degli obiettivi quasi sempre incompleto, errato e spesso assente.
  • Struttura dell’account che rende difficile l’ottimizzazione e l‘individuazione degli sprechi.
  • Comunicazione poco efficace (degli annunci e delle pagine di destinazione).
  • Interventi di ottimizzazioni eseguiti in funzione le metriche sbagliate.
  • Pensare di poter fare meglio degli automatismi evitando di utilizzare strategie di offerta automatiche.

Ma probabilmente la causa principale è proprio l’assenza di una strategia 🙂

Creare annunci pubblicitari su AdWords: rete display o rete di ricerca, perché (e quando) scegliere la prima opzione e quando la seconda.

Sino a qualche anno fa negli account Adwords del mio centro clienti le campagne Search battevano le campagne Display 9 a 1. Se poi vogliamo escludere quelle di Remarketing, non c’era storia.

Questo perché, a parte per qualche settore, quando cercavi qualcosa passavi da Google.

Con l’aumento dei canali di traffico online (device e utenti sempre online) affidarsi solo alla rete di ricerca è una strategia spesso limitante.

Una campagna Display ben mirata e con una creatività specifica per singoli segmenti di pubblico può portare risultati sorprendenti. Questo perché sembra parlare “proprio a loro”, ponendo l’accento su un problema/bisogno insoddisfatto.

Certo, per servizi con carattere di urgenza la search resta insuperabile, ma credo sia anche superfluo sottolinearlo: l’utente chiede e vuole risposte immediate e chiare. Tu rappresenti per lui la sua ancora di salvezza.
In generale, comunque, non esistono ricette standard: vanno analizzati i singoli casi e studiata una strategia marketing che ci permetta di metterci nei panni dell’utente, cercando di capirne modi di fare, pensare e agire. Gli strumenti tecnici vengono sempre dopo.

Quali sono i trend del 2018 nel settore di PPC?

Mi sono già espresso in un articolo su questo blog, metabolizzando la fantastica esperienza del Google Partner Summit 2017 tenutosi a New York.

Prima di tutto, la parola d’ordine resterà “segmentazione”: in un settore nel quale sempre più competitor si tuffano nel mare magnum del web marketing, facendo lievitare i costi, è fondamentale analizzare nel dettaglio le abitudini e le preferenze di fette sempre più ristrette di pubblico. Risulterà sempre più proficuo (tradotto, risparmiare denaro) parlare ad utenti sempre più specifici. Purtroppo mi rendo conto che molto spesso, invece, ancora oggi, si spara nel mucchio.

Credo poi che l’integrazione fra vari tipi di device coi quali gli utenti si connettono, ma soprattutto fra online e offline, sarà sempre più preponderante. Un tempo internet rappresentava l’acquario nel quale tuffarsi in un mondo sommerso, premendo il tasto off della realtà. Ricordate gli anni ‘90 ma anche i primi anni del 2000? Oggi internet è la realtà. Guida i nostri comportamenti offline e viene vissuta come strumento “nella” realtà.

L’intelligenza artificiale potenzierà questo trend in modo incredibile, prevedendo i comportamenti degli utenti attraverso l’apprendimento e rappresentando un vero e proprio “assistente alla vita” di tutti noi.
Mi rendo conto di quanto queste parole possano suonare inquietanti da un certo punto di vista, ma credimi, non lo sono nè più nè meno di quanto le odierne funzionalità dei nostri dispositivi avrebbero suonato alle orecchie di una persona negli anni ‘90.

A cosa prestare attenzione prima di tutto quando si fa AdWords Audit?

Direi prima di tutto all’interpretazione dei dati: i numeri vanno sempre interpretati.
Anche lo strumento più analitico e preciso non potrà mai conoscere la strategia marketing che stai portando avanti, i tuoi obiettivi sul lungo termine o il modello di business del tuo cliente.

Bisogna sempre prestare attenzione poi a non essere ossessionati dalle revisioni: per poter fare un’analisi realistica abbiamo bisogno di tempo. Correzioni repentine portate dalla fretta o dalla paura delle “aree rosse” che ci segnala il nostro tool di ottimizzazione, ad esempio, possono portare a errori di valutazione e a squilibri su AdWords.
Occorrono calma e tempo. Se sei a dieta e devi perdere 20 chili non credo sia una buona idea pesarti ogni giorno…

Quali sono le tue estensioni annuncio preferite per migliorare in modo significativo il CTR di una campagna?

Le estensioni sono un supporto utilissimo all’annuncio, soprattutto quando lo completano. Ecco, la cosa importante è che lavorino in modo sinergico rispetto al messaggio. Meno generiche sono, meglio è. Rappresentano un reale vantaggio per il CTR quando aggiungono informazioni utili o elementi realmente distintivi della tua attività rispetto ai tuoi concorrenti (come i callout ad esempio).

Inoltre, consiglio sempre di perdere un pochino di tempo in più nel creare estensioni di prezzo e di offerta dedicate al singolo gruppo di annunci piuttosto che lasciare un’unica estensione magari a livello di account.
Più si parla all’utente specifico, meglio è. Vale sempre e per tutto.

Quali sono i primi passi da compiere per ottimizzare una campagna PPC locale?

Ormai da tempo mi occupo poco di business locali, avendo focalizzato la mia attività principalmente su e-commerce.
Ad ogni modo, per esperienza, consiglio sempre di creare e integrare il Google My Business alle campagne AdWords per trarre il massimo vantaggio da questa sinergia.

Poi, attenzione alle impostazioni di località avanzate: vanno tenute in assoluta considerazione per evitare clic da parte di utenti indesiderati, che magari si trovano a Cuneo quando la nostra attività è ad Agrigento. Anche in questo caso, dipende sempre dal tipo di business. Quello che voglio dire è: non sottovalutatele.
Per campagne regionali poi, consiglio sempre di segmentare le località in base alle singole province, in modo da poter avere un quadro più preciso su dove la nostra campagna performa meglio. A volte possono esserci differenze sorprendenti.

Normalmente poi, è buona regola creare due campagne distinte: l’una con parole chiave che comprendano i nomi delle località dove insiste la nostra campagna e l’altra senza.
I business locali risentono parecchio dei modi di pensare del territorio: essere di quel territorio rappresenta una marcia in più, soprattutto a livello di comunicazione.

 

Di questi argomenti ne ho discusso a Digital Transformation Day Italia

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